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domenica 24 luglio 2011

Il falso mito di Poitiers

Poitiers è una città della Francia, fondata dalla tribù dei Pictoni in epoca antecedente alla conquista romana della Gallia con il nome di Lemono, che è salita alle cronache storiche per tre battaglie che l'hanno vista come scenario.

La prima battaglia, difficilmente rintracciabile sui libri di storia, fu combattuta nel 507, quando Clodoveo I, re dei Franchi, sconfisse Alarico II, re dei Visigoti.


Fu scenario anche di un'altra battaglia, avvenuta il 19 settembre 1356, durante la Guerra dei Cent'anni.

Ma, sui Libri di storia, sopra ad ogni cosa, Poitiers viene presa a simbolo della cristianità trionfante contro l'avanzata musulmana in Occidente. Correva l'anno 732 e il nostro eroe era il campione Carlo Martello, nonno di Carlo Magno. Chissà quanto i Poitevins vanno orgogliosi di questo.

Eppure, non tutti gli storici sono convinti della legittimità di tale orgoglio. Parliamo, ad esempio, di Bernard Lewis, professore emerito a Princeton e considerato il più autorevole esperto di storia mediorientale, almeno secondo quanto scritto sul retro del suo "I musulmani alla scoperta dell'Europa". Lewis fa crollare il mito di Potiers.

La vera guerra tra le due civiltà non si stava combattendo ad ovest, ma ad est. Il fulcro di tale scontro era Costantinopoli.

Difatti, sottolinea Lewis, nelle opere degli storici arabi del Medioevo non c'è menzione del nome di Poitiers, nè di Carlo Martello. Cenni di una battaglia di modesta importanza si hanno a partire dall'XI secolo negli scritti degli storici arabi di Spagna. Nella storiografia araba orientale l'evento viene liquidato con qualche rapido cenno. Strano per una battaglia di tale importanza.

Diverse, invece, le cronache che riguardano l'altro fronte di espansione araba, quello che aveva come fulcro Costantinopoli e sul quale, invece, la tradizione storiografica musulmana è abbondante nei particolari.

Lewis cita Gibbon, quando osservò che più di mille miglia separano Gibilterra dalle rive della Loria, ma Gibilterra dista molte migliaia di miglia dall'Arabia. La via più agevole per giungere al Reno non era la via dei Franchi che "passava per Poitiers", ma la via che passava per Costantinopoli. Una questione geopolitica.

A Poitiers i franchi difensori della cristianità si scontrarono, in realtà, con una banda di predoni, ultimo rigurgito di una spinta espansionistica che era già in esaurimento. I Franchi ebbero facile gioco. Costantinopoli, invece, dovette affrontare il meglio degli eserciti del califfo che lanciò attacchi massicci contro la capitale dei Rum.

Quindi, se Lewis avesse ragione, l'unico a dover essere citato sui libri di storia come realmente determinate contro l'avanzata musulmana è Leone III e la battaglia quella di Akròinos del 739. Con buona pace dei Poitevins.

Facile, infine, intuire perchè si volle mitizzare la sconfitta dei predoni a Poitiers, bisognava riequilibrare, anche l'Occidente aveva bisogno del suo eroe e di una mitica battaglia.

Charles de Steuben, Bataille de Poitiers, en octobre 732, oil on canvas, 5,42 m x 4,65 m. Dipinto tra il 1834 e il 1837, conservato al  Musée du château de Versailles, France

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